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L'utilizzo della teledermoscopia nel monitoraggio dei nevi atipici da parte del paziente si rivela un successo

handyscope

I dispositivi mobili dotati di fotocamera possono consentire ai pazienti di monitorare efficacemente i nevi atipici, tramite l'invio delle immagini direttamente al proprio medico curante

Il monitoraggio dei nevi interessa un arco di tempo variabile fra 2,5 ed i 4,5 mesi. Durante questo periodo il 19% delle lesioni mostra segni di cambiamento e fra l'11% ed il 18% di queste evolve in forma maligna. Una comparazione fianco a fianco delle immagini che evidenzi cambiamenti significativi dal punto di vista clinico è alla base di ogni procedura di escissione della lesione.

Il monitoraggio del paziente tramite teledermoscopia si serve di un'applicazione per iPhone, DermScope, che permette di trasmettere le immagini dal paziente al medico; questa tecnologia può aiutare ad alle

viare il carico di pazienti dei medici dermatologici, che si fa sempre più alto con l'invecchiare della popolazione.

Xinyuan Wu, del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, ha condotto uno studio pilota prospettico per valutare la praticabilità e l'efficacia dell'impiego della teledermoscopia nel monitoraggio a breve termine di uno o più nevi atipici. Lo studio ha seguito 34 pazienti in cura presso uno dei due dermatologi dell'istituto Sloan Kettering e di questi, 29 pazienti hanno completato il follow-up a 3 o 4 mesi, per un totale di 33 lesioni complessive monitorate.

I pazienti sono stati consultati in merito alla propria disponibilità nei confronti della pratica teledermoscopica tramite questionari preliminari e durante la fase di follow-up. Anche i familiari dei pazienti sono stati coinvolti nel sondaggio, perché potrebbe essere loro compito fotografare le lesioni poste in luoghi difficili da ra

ggiungere per il paziente. I due dermatologi sono stati incaricati della valutazione di immagini dermoscopiche standard, mentre uno specialista in teledermoscopia è stato incaricato della valutazione a distanza delle immagini acquisite, per eventuali cambiamenti clinicamente rilevanti delle lesioni (tra questi rientravano sia le differenze d'aspetto non attribuibili agli effetti dell'abbronzatura sia i cambiamenti nel numero di Milia).

Questo approccio è stato bene accolto dai pazienti, che si sono dimostrati entusiasti di poter partecipare al monitoraggio del loro stato di salute, e si è rivelato anche accurato dal punto di vista clinico. Delle 33 coppie di immagini studiate, 30 erano di qualità sufficiente a permettere un'esame della lesione da parte dello specialista in teledermoscopia. "Confrontate con le valutazioni cliniche dei nevi da parte del dermatologo (25 lesioni rimaste invariate e 4 che mostravano segni di cambiamento), le valutazioni compiute tramite teledermoscopia concordavano con tutte le raccomandazioni cliniche tranne nel caso di una lesione, per la quale indirizzavano invece verso una diagnosi più conservativa, con conseguente coefficiente kappa di 0,87" hanno dichiarato PhD Monika Janda, della Queensland University of Technology, e gli altri coautori nell'editoriale che accompagnava lo studio.

I ricercatori ipotizzano che rispetto alle immagini o

ttenu

te con mezzi convenzionali, le immagini ottenute per mezzo di teledermoscopia siano in grado di rivelare cambiamenti anche minimi, a dispetto della peggiore qualità delle immagini. "I soggetti ad alto rischio, così come i pazienti curati con successo a seguito di un melanoma, necessitano di un monitoraggio regolare", spiegano Janda e colleghi, "il che può comportare un notevole onere per i pazienti, nonchè per i medici e per l'intero sistema sanitario". Uno studio precedente, che aveva tentato di integrare la teledermoscopia fra i metodi di monitoraggio primari, aveva avuto meno successo: "I medici di famiglia hanno riferito di numerosi ostacoli, tra i quali: problemi con la connettività Internet, allungamento dei tempi delle visite e la presenza di argomenti non relativi al monitoraggio dei nevi che tuttavia vengono discussi durante la visita".

L'integrazione del monitoraggio teledermoscopico da parte del paziente fra le pratiche standard dovrà tener conto sia degli specifici requisiti tecnici che delle particolarità di utilizzo da parte dei pazienti, senza contare gli aspetti di integrazione e scalabilità già evidenziati da Janda e colleghi, che concludono: "I risultati di Wu e colleghi forniscono un ulteriore supporto a favore della fattibilità dell'integrazione clinica della teledermoscopia basata su dispositivi mobili".

Riferimenti:

JAMA Dermatology. Published online January 28, 2015.